Il TAR Campania, con sentenza n. 6146/2021, è intervenuto sul titolo edilizio necessario per realizzare una tettoia di rilevante dimensione, tale da incidere sull’assetto urbanistico dell’area per dimensioni e funzionalità, e in grado di concretizzare nella sua globalità uno stabile e permanente rimodellamento della morfologia del terreno.

Per il tribunale, infatti, per poter individuare con precisione quale sia il titolo edilizio necessario per realizzare una tettoia bisogna sempre fare riferimento all’impatto che l’opera genera sul territorio, con la conseguenza che l’intervento edilizio deve essere inteso come nuova costruzione se riguardo alla sua struttura e all’estensione dell’area relativa, si presenti idoneo a determinare delle trasformazioni significative sotto il profilo urbanistico ed edilizio.

Il TAR richiama dunque una propria precedente sentenza (n. 2284/2019), laddove sancisce che “quando le tettoie incidono sull’assetto edilizio preesistente, non possono essere considerate quali interventi di manutenzione straordinaria ai sensi dell’ art. 3, comma 1, lett. b), D.P.R. n. 380 del 2001, in quanto non consistono nella rinnovazione o nella sostituzione di un elemento architettonico, ma nell’aggiunta di un elemento strutturale dell’edificio, con modifica del prospetto, perciò la relativa costruzione richiede il preventivo rilascio del permesso di costruire, non essendo assentibile con semplice DIA, anche in ragione della perdurante modifica dello stato dei luoghi”.

Ciò premesso, i giudici hanno esaminato in maniera specifica la fattispecie, rilevando due tettoie, una aperta e una chiusa, dalle dimensioni di 4×4 metri circa e 3 metri di altezza alla linea di colmo e 2,50 metri alla linea di gronda. La funzionalità dell’opera, e simili dimensioni – affermano i giudici – devono considerarsi proprie di una struttura incidente sull’assetto urbanistico, nella loro globalità e non in via atomistica. Conseguentemente, è necessario il permesso di costruire.

Ma quando – di contro – la tettoia può essere ricondotta al regime delle pertinenze urbanistiche?

In sintesi, ciò avviene solamente se la tettoia assolve la funzione di essenziale elemento di completamento della struttura edificata. In altri termini, se la conformazione e la ridotta dimensione della tettoia rende evidente e riconoscibile la sua finalità di arredo, di riparo o di protezione, anche da agenti atmosferici, e se per la sua consistenza può ritenersi assorbita o ricompresa nell’edificio principale o nella parte dello stesso cui accede, si può parlare di pertinenza.