Tra le tante conseguenze che la pandemia di coronavirus ha determinato nel settore dei grandi eventi, vi è anche lo slittamento del Salone del Mobile di Milano 2020 a metà giugno. Una notizia che era da qualche giorno precedente nell’aria, e che ha fatto rapidamente il giro del mondo: una conferma – se ve ne fosse bisogno – di quanto sia importante questo evento per il settore. Ma che cosa attendersi da questo rinvio?

Per il momento, è molto difficile prevedere se l’evento manterrà le proprie originarie e pianificate ambizioni, o ci saranno dei ridimensionamenti o delle variazioni. La pandemia attualmente in atto ha toccato un livello di gravità che non può essere paragonato a nessuna altra crisi sanitaria negli ultimi 100 anni, e dunque è rischioso (pur lecito) fare previsioni a uno, due o tre mesi.

E’ anche vero che, fortunatamente, moltissimi operatori hanno guardato al rinvio in maniera positiva e incoraggiante. Aziende di primaria importanza come Glas Italia, Living Divani, Minotti, Molteni & C., Moroso, Porro, hanno confermato la propria adesione, scommettendo proprio su una sorta di “risorgimento” del Salone del Mobile a giugno.

A proposito della data di giugno, è il presidente del Salone, Claudio Luti, a fare chiarezza. Durante una recente intervista ha precisato che le opzioni possibili erano due: giugno o settembre. E che la data di settembre era considerata come troppo in là, e troppo vicina, al prossimo aprile. Inoltre, a rovinare i possibili piani ci sarebbe comunque stato il mese di agosto, non certamente facile da gestire dal punto di vista lavorativo per un evento così complesso e strutturato.