In un contesto globale sempre più votato al tema della eco-sostenibilità, non sorprende che anche il settore italiano della ceramica voglia giocare un ruolo da protagonista. Merito, evidentemente, anche di alcune eccellenze del comparto come Florim, che sta adottando una politica aziendale di gestione ambientale ed energetica, finalizzata al continuo miglioramento del prodotto, nel processo e nel monitoraggio della catena di fornitura.
Una politica che si è tradotta immediatamente in azioni concrete, come gli oltre 40 milioni di euro di investimenti che il gruppo ha posto in essere negli ultimi sei anni, e che hanno consentito alla società di poter raggiungere traguardi particolarmente importanti per la salvaguardia di ambiente e risorse.
Come rammenta il presidente Claudio Lucchese, parlando degli ultimi investimenti in ambito green, “oggi il sistema industriale mondiale è causa di pesanti ricadute sull’ecosistema sia in termini di emissioni che di materie prime impiegate, elementi che impongono una seria riflessione sul ruolo delle aziende manifatturiere per il futuro. In questo contesto sono lieto di come Florim stia contribuendo attivamente a limitare il proprio impatto”.
Uno dei fiori all’occhiello di tale scenario è la nuova fabbrica 4.0 di Fiorano Modenese, estesa su oltre 48 mila metri quadri, e dedicata alla lavorazione e alla logistica delle grandi lastre. Qui un software sofisticato controlla e gestisce in maniera automatizzata gli impianti, i robot antropomorfi e i veicoli LGV di tale stabilimento e di quello di Mordano, e dedicato alla produzione delle grandi lastre, per una completa tracciabilità dell’ordine.
Non solo: Florim è oggi in grado di recuperare il 100% dell’acqua usata nel ciclo produttivo, il 100% degli scarti crudi di produzione (riutilizzati nel processo) e fino al 100% dell’energia elettrica necessaria per il funzionamento delle proprie fabbriche italiane. Un esempio di sicuro apprezzamento, nella speranza che possa fungere da modello per altre realtà.
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