Il posizionamento di piante da balcone, finalizzato ad abbellire il proprio spazio esterno, è una delle pratiche più comuni da parte di tutti i proprietari di abitazioni. Ma ci sono dei limiti?
La risposta non è così semplice come si potrebbe ipotizzare. Ma, in ogni caso, non si può che iniziare con una piccola consapevolezza: il motivo principale per cui bisognerebbe fare molta cautela su come si posizionano le piante da balcone è legato al fatto che eventuali cadute totali o parziali potrebbero provocare dei danni a cose o a persone, con conseguenti richieste di risarcimento dei pregiudizi provocati. Certo, c’è pur sempre la possibilità di tutelarsi mediante la sottoscrizione di un’assicurazione sulla responsabilità civile, ma siamo certi che nessuno vorrebbe avere sulla propria coscienza delle lesioni ad altrui cose o persone.
Detto ciò, se né il regolamento condominiale né il regolamento comunale vietano l’uso di piante da balcone sulle tradizionali fioriere, si è liberi di personalizzare il proprio spazio come meglio si preferisce. Giova, tuttavia, compiere un piccolo chiarimento: anche se il regolamento del condominio nulla stabilisce in tal proposito, è fondamentale che le piante sul balcone o sulla terrazza non violino il decoro architettonico dell’immobile, ovvero l’estetica della facciata dell’edificio.
Cosa si intenda per decoro architettonico, poi, è un’impresa. Bisognerà infatti valutare il caso concreto e le condizioni del palazzo.
Per quanto infine riguarda la gestione delle piante da balcone, una cautela di riguardo dovrà essere riposta nei confronti dell’attività di innaffiatura delle piante. Far cadere acqua e terriccio sul balcone del vicino potrebbe inasprire i rapporti tra condomini, fino a sfociare il richieste di risarcimento dei danni per molestie. Il danneggiato potrebbe altresì ricorrere in tribunale per cercare di chiedere al giudice, anche eventualmente in via d’urgenza, di inibire il comportamento del fastidioso vicino…
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