Aprire una finestra sul muro portante è un intervento strutturale piuttosto delicato, considerato che l’apertura di un vano in un muro portante dovrà essere valutato con grande cautela, al fine di evitare dissesti della struttura e non deteriorare il comportamento dinamico del fabbricato in presenza di un’azione sismica. Ma cosa prevede la normativa tecnica in tal proposito?
Per comprenderlo, iniziamo subito con il rammentare che la normativa tecnica in vigore prevede che l’apertura di un vano sul muro portante possa essere eseguito solamente se non si verificano delle variazioni significative nella rigidezza, resistenza e capacità di deformazione della parete su cui si va a intervenire, mediante esecuzione dell’apertura.
Anche se non sono stati previste delle entità numeriche che permettono di comprendere quanto significativamente possa essere variata la rigidezza, la resistenza e la capacità di deformazione, di norma si suole assumere un range di “tolleranza” del 15% rispetto allo stato ax ante.
In aggiunta a ciò, è importante che l’apertura di un nuovo vano in un muro portante rispetti alcuni limiti di natura “geometrica, con almeno 50 centimetri di distanza dall’apertura del muro ortogonale e di 1 metro dalle porte o finestre nelle pareti perimetrali esterne.
Insomma, traendo le dovute valutazioni di sintesi su quanto sopra anticipato, l’apertura di un vano in un muro portante dovrebbe rispettare alcuni requisiti come:
- variazione entro il 15% tra lo stato ante operam e post operam della rigidezza della parete;
- variazione non significativa fra lo stato ante operam e post operam della resistenza della parete;
- variazione non significativa fra lo stato ante operam e post operam della capacità di deformazione della parete.
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