Il Consiglio di Stato, attraverso la sentenza n. 5354/2020, chiarisce quali sono le ottemperanze da seguire per effettuare delle modifiche degli ambienti interni di una casa e quale titolo edilizio è necessario richiedere al proprio Comune prima di effettuare tali lavori.

Se si vogliono effettuare delle modifiche alle tramezzature interne, nel caso in cui queste non costituiscano elementi portanti o che possano compromettere la statica dell’edificio, è necessario richiedere il titolo edilizio denominato CILA. In mancanza di questo titolo, chi effettua i lavori va incontro all’abuso edilizio ed è soggetto alla sola sanzione pecuniaria.

Il caso in oggetto riguarda la precedente sentenza n. 905/2020 emanata dal Tar Campania, la quale asseriva che per la modifica dei tramezzi interni di un edificio, in mancanza della CILA, non è prevista la demolizione (voluta in questo caso dal Comune) ma il solo pagamento della sanzione pecuniaria. A tal proposito, i giudici del Tar si erano appellati al Consiglio di Stato.

Riprendendo l’art. 6-bis del dpr n. 380/2001 (Testo unico dell’edilizia), i giudici del Consiglio di Stato confermano la decisione del Tar Campania, sottolineando che la modifica delle tramezzature interne di un edificio, purché non interessi le sue parti strutturali e portanti, “costituisce attività di manutenzione straordinaria soggetta al regime della comunicazione di inizio lavori”.

In assenza di titolo edilizio, dunque, viene ritenuta illegittima la demolizione delle opere interne, ma si è assoggettati al pagamento della sola sanzione pecuniaria.