È stato presentato qualche giorno fa il Padiglione dell’Italia a Expo 2020 Dubai: un’architettura a firma di Carlo Ratti, Italo Rota, Matteo Gatto e F&M Ingegneria che, per stessa voce degli ideatori e realizzatori, permette di mettere in scena con creatività e innovazione la bellezza che unisce le persone.

Particolarmente soddisfatto dell’installazione è Paolo Glisenti, Commissario Generale dell’Italia per Expo 2020 Dubai, che ha sottolineato come la struttura consenta non solamente di realizzare uno spazio espositivo, quanto anche e soprattutto una rappresentazione evidente del migliore ingegno italiano, offrendo una memorabile esperienza ai visitatori, facendo vedere al mondo competenze, talenti e ingegni multidisciplinari che possono diventare promotori di nuove opportunità formative, professionali e imprenditoriali.

In cosa consiste il nuovo Padiglione italiano

Il Padiglione italiano incorpora nella sua copertura tre scafi di navi a grandezza naturale. La facciata è composta da più di 70 chilometri di corde nautiche e utilizza un sistema di mitigazione del clima ecologico, alternativo all’aria condizionata. Complessivamente, il progetto assicura una visione sull’architettura riconfigurabile e il design circolare, con l’obiettivo di affrontare le sfide dell’attuale crisi climatica.

Non è un caso che per realizzare l’edificio siano state coinvolte alcune delle aziende più innovative in Italia, impegnate a utilizzare – spesso in modo straordinariamente creativo – nuovi materiali da costruzione come le alghe, i fondi di caffè, la sabbia, le bucce d’arancia.

Gli scafi capovolti

Probabilmente, uno degli elementi più attrattivi del Padiglione Italia è rappresentato dal tetto, a sua volta costituito da tre scafi di navi che sono giunte a Dubai e sono poi state capovolte per rappresentare il soffitto dell’edificio. Al termine dell’Expo potrebbero dunque essere nuovamente girate, e partire verso nuove destinazioni. Una scelta evocativa, che indica le connessioni via mare tra il nostro Paese e la penisola araba, e che ha richiesto il contributo di Fincantieri per la realizzazione.

I tre scafi misurano infatti fino a 50 metri di lunghezza ciascuno, e per sostenerli sono stati impiegati 150 pilastri in acciaio dell’altezza di 27 metri A loro volta questi elementi supportano una membrana di copertura a forma di onda, in ETFE, e uno strato forato di lamine metalliche che modula l’ingresso della luce.

Per quanto concerne i colori, visti dall’alto gli scafi sono rivestiti di una vernice sviluppata dal gruppo Boero con colori verde, bianco e rosso. Ovvero, il tricolore più grande della storia italiana, con 2.100 metri quadri di estensione.

Gli spazi interni

Per quanto concerne gli spazi interni, il Padiglione non ha pareti ma ha una facciata multimediale a tenda, composta da corde nautiche. La facciata può illuminarsi e diventa dinamica grazie ai LED incorporati sulle corde, prodotte in plastica riciclata. Al termine dell’Expo le corde saranno riutilizzate in una prevedibile applicazione di economia circolare.

Gli ospiti che accedono al Padiglione potranno farlo mediante una scala mobile che li conduce a 11 metri dal suolo, sotto la navata del primo scafo. Da qui si può osservare l’intero Padiglione e, dunque, scegliere dove e cosa ammirare. L’imbarazzo della scelta non mancherà di certo!