La stampa in 3D non è certo una novità in buona parte del mondo, ma solamente in Cina si è riusciti a sperimentare questa recente tecnologia su larga scala, per realizzare ambiziosi progetti di edilizia intelligente e sostenibile. Al Shenzhen World Exhibition and Convention Center è di fatti stato presentato un parco stampato in 3D in grado di occupare un’area totale di 5.523 metri quadrati, con tasso di inverdimento dell’88%. Ogni elemento principale, dalle sculture alle aiuole, dai muri di contenimento alle panchine, è infatti stato realizzato con stampa in 3D robotica, mediante una piattaforma di controllo software auto-sviluppata e materiali di stampa in calcestruzzo.
Guai, peraltro, a pensare che si tratti di un caso isolato. Stando a quanto sostiene un recente dossier condotto da Askci, infatti, la scala industriale cinese della stampa in 3D avrebbe già superato i 20 miliardi di yuan (l’equivalente di 3 miliardi di dollari) nel 2020, rappresentando così il 24% del totale globale, e con un aumento del 31% rispetto al 2019. Viene inoltre stimato che il business della stampa in 3D dovrebbe raggiungere e superare i 25 miliardi di yuan nel corso dell’attuale anno, con un aumento del 24% rispetto all’anno scorso.
La tecnologia di stampa in 3D sta dunque prendendo corposo piede nel mercato cinese, consentendo così a tutti gli operatori di poter facilmente realizzare i propri progetti edilizi. Gli utenti interessati possono infatti inserire nel sistema di stampa in 3D il modello progettato in modo digitale, e qui ottenere l’elaborazione automatica inviando i segnali di controllo all’attrezzatura di stampa. La tecnica è inoltre fortemente sostenibile per l’ambiente, considerato che – ad esempio – la sabbia che viene prodotta dalla macchina (uno dei materiali edili riciclabili usati nella miscela di calcestruzzo) è realizzata da granelli di sabbia di scarto.
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