Sono un elemento strutturale fin troppo sottovalutato ma, in realtà, un vero e proprio portento per poter migliorare l’efficienza del proprio immobile e valorizzarlo in maniera durevole e immediata. Parliamo, naturalmente, dei c.d. “tetti verdi”, ovvero delle superfici coltivate che possono essere utili non solamente per fronteggiare il calore estivo, quanto anche per poter assorbire fino al 50% della pioggia, regolando il deflusso nel sistema idrico e favorendo una ventilazione naturale nella superficie esterna degli edifici.
Insomma, un vero e proprio toccasana per la salute dell’immobile, di cui vanno a migliorare concretamente l’isolamento termico (negli ultimi piani), contribuendo a ridurre la pericolosità di eventi meteo estremi, come ad esempio forti acquazzoni e piogge torrenziali, che si abbattono sempre più frequentemente sull’Italia a causa del cambiamento climatico in atto.
Eppure, poco si sta facendo per poter valorizzare compiutamente questa opportunità di sfruttamento. Secondo i dati dell’Enea, ad esempio, il 20% della superficie totale delle città viene costituita proprio da tetti e terrazzi: un quantitativo evidentemente molto rilevante, occupando il quale si potrebbero ottenere delle conseguenze importanti sul microclima urbano, sia nella stagione estiva che in quella invernale.
Qualcosa, comunque, si è mosso. In Italia la legge di Bilancio 2018 ha ad esempio introdotto un interessante incentivo per i tetti verdi, stabilendo una detrazione Irpef del 36% per quelle spese che vengono eseguite per la sistemazione a verde di aree scoperte di edifici esistenti, pertinenze, unità immobiliari e recinzioni. Un piccolo punto di partenza, nell’auspicio che possano seguire altre iniziative ancora più incisive.
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