È uno degli interventi abitativi più richiesti e più ambiti: la trasformazione del proprio balcone in una veranda chiusa. Ma che cosa è necessario per poter realizzare questo genere di intervento?
A chiarirci le idee sono arrivate le valutazioni compiute dai giudici nella recente sentenza n. 4421/2018 del Tar di Napoli, che ha esaminato un caso in cui il proprietario di un immobile posto in un condominio, ha provveduto a chiudere un balcone trasformandolo in veranda in alluminio anodizzato e vetri, senza disporre di alcun titolo autorizzativo. Il Comune ha dunque ingiunto la sua demolizione.
Per il proprietario dell’appartamento, però, l’opera sarebbe amovibile e di piccole dimensioni, priva di valore di mercato, annoverabile come pertinenza. E, come tale, il suo abuso dovrebbe essere sanzionato con un’ammenda pecuniaria, e non con la demolizione.
Il Tarn Napoli riassume il contesto normativo e giuridico, escludendo anzitutto che per chiudere un balcone occorra un permesso da parte del condominio. Trattandosi però di una costruzione, ovvero di uno spazio chiuso da destinare ad ambiente abitabile, è necessario richiedere il permesso di costruire al Comune.
Per i giudici, infatti, la trasformazione del balcone in veranda comporta la necessità di ottenere un apposito titolo autorizzativo da parte del Comune, se la realizzazione della veranda comporta la creazione di una superficie abitabile. Si tratta infatti di un manufatto idoneo a incrementare la superficie utile e modificare la sagoma dell’edificio: dunque, se l’opera viene realizzata in assenza di valido titolo edilizio, necessita di demolizione.
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