Il rame ha capacità antibatteriche. E, secondo diverse ricerche, ha anche delle funzionalità particolarmente interessanti quando si tratta di virus, tanto che sarebbe in grado di ucciderne alcuni al semplice “contatto”.
Ad affermarlo, su Fast Company, è il professor Bill Keevil, docente di sanità ambientale all’Università di Southampton, secondo cui quando i virus “atterranno” sul rame, “esplodono”. Una notizia certamente non sottovalutabile che, però, non sorprenderà i più attenti.
Sullo stesso magazine, per esempio, si ricorda come la dottoressa Phyllis J. Kuhn già negli anni ‘80 dello scorso secolo ebbene modo di invitare a usare maggiormente il rame e le sue leghe negli ambienti pubblici, nelle strutture mediche e negli ospedali, proprio per le sue capacità benefiche contro virus e batteri. Un esempio? L’ottone (composto al 67% da rame e al 33% da zinco) è fortemente battericida, mentre l’acciaio inossidabile (composto all’88% da ferro e al 12% da cromo) fa ben poco sotto questo profilo di analisi.
Naturalmente, prima di saltare a conclusioni troppo affrettate, e pensare magari che sia sufficiente sostituire ogni superficie metallica domestica con il rame per potersi riparare dai possibili pregiudizi di un contagio, è bene chiarire un aspetto fondamentale: il coronavirus può essere inattivato in un solo minuto se si procede ad un’attenta disinfezione delle superfici con un prodotto contenente alcol al 62-71%, o con la candeggina a base di perossido di idrogeno allo 0,5%, o ancora con la più semplice candeggina per uso domestico, contenente lo 0,1% di ipoclorito di sodio.
Sembra inoltre che il coronavirus non ami il caldo. Ma, anche in questo caso, è bene compiere qualche precisazione: il virus “muore” infatti solo a temperature superiori a 56 gradi, con una velocità di 10.000 particelle virali ogni 15 minuti. Difficile, dunque, sperare che la semplice esposizione al sole (per quanto utile) possa liberare da ogni virus.
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