Con sentenza n. 6338/2018 il Consiglio di Stato apporta alcuni interessanti chiarimenti sul ricalcolo degli oneri di urbanizzazione in caso di cambio di destinazione d’uso rilevante (nel caso, da artigianale a commerciale).

Per i giudici, infatti, per il conteggio degli oneri di urbanizzazione occorre considerare innanzitutto l’utilizzo in concreto dell’immobile, oltre alla sua natura e la destinazione rispetto al quale l’immobile svolge una funzione servente.

In tal senso, è definibile come cambio di destinazione d’uso rilevante la variazione di destinazione tra categorie che risultano essere funzionalmente autonome dal punto di vista urbanistico, influendo sul carico urbanistico. Pertanto, il Consiglio di Stato chiarisce che si è dinanzi a un incremento del carico urbanistico se vi è:

  1. modifica della destinazione funzionale dell’immobile;
  2. attrazione di un maggior numero di persone nell’immobile, con conseguente necessità di un più intenso utilizzo delle urbanizzazioni esistenti, sebbene la destinazione non venga mutata.

Riassumendo, anche alla luce dei principi giurisprudenziali in materia oramai consolidati, e richiamati nella pronuncia, il mutamento di destinazione d’uso giuridicamente rilevante è quello tra categorie che sono “funzionalmente autonome” sotto il profilo urbanistico, con incidenza sul carico urbanistico stesso.

È pur vero che l’aumento del carico urbanistico non si verifica solo in caso di modifica della destinazione funzionale dell’immobile, ma anche nel caso in cui le opere si prestino a rendere la struttura un polo di attrazione per un maggiore numero di persone, con conseguente necessità di un utilizzo più intenso delle urbanizzazioni esistenti, anche se la destinazione non viene mutata.